domenica 30 novembre 2008

Meditazioni sulla via per Santiago


Il Cammino di Santiago tra Spagna e in Portogallo ha il nome della galassia Via Lattea , perché indica la via da est a ovest che porta al luogo della supposta sepoltura dell'apostolo Giacomo (Iago in spagnolo, da cui Sant'Iago). E' inoltre chiamata così per sottolineare la sua natura di via "sotto le stelle". La Via Lattea è anche il titolo di un film di Luis Buñuel del 1969 che narra le avventure di due pellegrini in cammino verso la tomba di San Giacomo, e i metaforici duelli sulle questioni dottrinali che li accompagnano per tutto il percorso, fino alla meta.

Il libro, invece, riporta le schermaglie filosofico-religiose che hanno accompagnato il viaggio (con partenza da Roncisvalle) del matematico ateo Piergiorgio Odifreddi e del giornalista credente Sergio Valzania (e per un tratto lo storico cattolico Franco Cardini) tra il 24 aprile e il 26 maggio 2008 (trasmesse dall'interessante programma su Radio3). Si parte dalla contrapposizione tra Natura e Dio per toccare i temi dell'etica, della storia, dell'arte e per giungere ad una meditazione corale sul senso dell'esistenza nella sua interezza.

Non ho idea della reale possibilità, sul cammino per Santiago, di trovare la benché minima risposta a questi enormi temi, so solo che sarà, spero, la meta del mio prossimo viaggio....Dal momento che concepisco il viaggio in quanto ricerca, scoperta e possibilità sempre nuova di sperimentarsi e dal momento che sono sempre stata affascinata da questo percorso nel cuore della spiritualità in senso lato, alla confluenza di Dio e Natura, non trovo meta migliore per un ipotetico pellegrinaggio dell'anima. Ovviamente credo che sarà un viaggio (per ora lo sto solo programmando) che lascerà spazio a tanti interrogativi e non risponderà proprio a nulla ma è questo il bello......tanto per iniziare mi chiedo: c'è un confine tra Dio e Natura? posso sentire o intuire la presenza di Dio (come io lo immagino, non un Dio solo ma qualcosa di più ampio)nella Natura senza per questo essere animista? mah......

venerdì 28 novembre 2008

Nevica....ma piove ancora....

Chi non ricorda questa splendida canzone e poi Why? , The miracle of love e tutta Annie Lennox (se non si fosse capito la adoro)?


giovedì 27 novembre 2008

La canzone dell'acqua

E la canzone dell’acqua è una cosa eterna.



È la linfa profondache fa maturare i campi.


È sangue di poeti che lasciano smarrire le loro anime



nei sentieri della natura.


Che armonia spande sgorgando dalla roccia!


Si abbandona agli uomini con le sue dolci cadenze.


Il mattino è chiaro.


I focolari fumano e i fiumi sono braccia che alzano la nebbia.


Ascoltate i romances dell’acqua tra i pioppi.


Sono uccelli senz’ala sperduti nell’erba!


Gli alberi che cantano si spezzano e seccano.


E diventano pianure le montagne serene.


Ma la canzone dell’acqua è una cosa eterna.


(F.G. Lorca)







Per lasciare parlare la poesia e far sì che ci rigeneri in giorni di lutti, di sangue per il mondo, di scuole che crollano e di crisi economica mondiale....ci vuole la purezza della natura a salvarci, uno sguardo fuori dal finestrino per scoprire che ci siamo ancora e ancora anche per noi tutto va avanti, tutto passa...Certo, dovremo rimboccarci le maniche ma godiamoci il presente (che è meglio...) e scusate la retorica ma ogni tanto su questo blog finiscono i pensieri così, come vengono...


Ma non dimentichiamo l'emergdenza acqua in Africa:


www.centroaiutietiopia.it/progetti.html vedere Progetto Acqua Pulita

martedì 25 novembre 2008

Un paese non solo imbelle...forse anche un pò imbecille?

Dal sito Lavoratorio.it un editoriale interessante che ci dice forse quel che già sappiamo: è necessario riconvertire il nostro modo di produrre, di lavorare e di vivere, credo, pena la dipendenza da questi meccanismi economico-finanziari di cui siamo già schiavi e da cui siamo ormai intrappolati....

Il caso Motorola e un paese imbelle
di Armando Rinaldi
La dura presa di posizione del Sindaco di Torino in merito alla decisione della Motorola di chiudere tutte le attività di ricerca e produzione in Italia e in Europa evidenzia finalmente in modo chiaro ciò che da anni riscontriamo nel comportamento di molte aziende multinazionali così come di tante imprese italiane.Da almeno 15 anni a questa parte vere o presunte esigenze di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale hanno fatto pervenire sui tavoli dei Ministeri del Lavoro dei vari Governi che si sono succeduti alla guida del paese, continue richieste di interventi della finanza pubblica allo scopo di sostenere costi che, a ragion di logica, dovrebbero essere a carico del sistema impresa.Un sistema impresa sempre pronto a gridare alla libera imprenditoria e al libero mercato, che guarda con orrore all’intervento pubblico nell’economia fino al momento in cui lo Stato diventa un comodo rifugio sul quale scaricare costi indesiderati.Di volta in volta, sotto il ricatto del licenziamento di centinaia di lavoratori, si ottengono interventi legislativi ad hoc che attraverso cassa integrazione, mobilità e prepensionamenti sottraggono preziose risorse finanziare ai bilanci degli enti previdenziali.E mentre tutto questo avviene l’opinione pubblica è bombardata da continui allarmi sulla spesa previdenziale e sulla necessità di nuovi sacrifici da chiedere a coloro che vorrebbero avere una certezza sul proprio diritto alla pensione.E, ancora, mentre tutto questo avviene da oltre 15 anni si continua a parlare della necessità di una riforma degli ammortizzatori sociali in grado di tutelare chi perde il lavoro o chi svolge attività lavorativa intermittente vivendo per lunghi periodi di tempo del tutto privo di reddito.Ma, la cosa più paradossale è data dal fatto che moltissime aziende che hanno goduto del benefico intervento della finanza pubblica, una volta incamerato il malloppo, decidono, alla faccia della tanto sventolata etica d’impresa, di delocallizzare le proprie attività in altri paesi alla faccia dei sacrifici imposti ai contribuenti italiani.Non occorrono grandi indagini e ricerche per scoprire che interi comparti industriali sono andati progressivamente sparendo grazie a queste logiche imprenditoriali

martedì 11 novembre 2008

C'è tempo



Dicono che c'è un tempo per seminare e uno che hai voglia ad aspettare

un tempo sognato che viene di notte e un altro di giorno teso come un lino a sventolare.

C'è un tempo negato e uno segreto un tempo distante che è roba degli altri

un momento che era meglio partire e quella volta che noi due era meglio parlarci.

C'è un tempo perfetto per fare silenzio

guardare il passaggio del sole d'estate

e saper raccontare ai nostri bambini quando è l'ora muta delle fate.

C'è un giorno che ci siamo perduti

come smarrire un anello in un prato

e c'era tutto un programma futuro che non abbiamo avverato.

È tempo che sfugge, niente paura che prima o poi ci riprende

perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo per questo mare infinito di gente.

Dio, è proprio tanto che piove e da un anno non torno da mezz'ora

sono qui arruffato dentro una sala d'aspetto di un tram che non viene

non essere gelosa di me della mia vita non essere gelosa di me non essere mai gelosa di me.

C'è un tempo d'aspetto come dicevo qualcosa di buono che verrà

un attimo fotografato, dipinto, segnato e quello dopo perduto via senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata la sua fotografia.

C'è un tempo bellissimo tutto sudato una stagione ribelle

l'istante in cui scocca l'unica freccia che arriva alla volta celeste e trafigge le stelle

è un giorno che tutta la gente si tende la mano

è il medesimo istante per tutti che sarà benedetto, io credo da molto lontano

è il tempo che è finalmente o quando ci si capisce un tempo in cui mi vedrai accanto a te nuovamente mano alla mano

che buffi saremo se non ci avranno nemmeno avvisato.

Dicono che c'è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare

io dico che c'era un tempo sognato che bisognava sognare.


Ivano Fossati

domenica 9 novembre 2008

A chi ama raccontare (e raccontarsi) storie...


"Le storie erano diverse: prendevano vita nel raccontarle. Senza una voce umana che le leggesse, o due occhi sgranati che le seguissero alla luce di una torica elettrica sotto una coperta, non avevano una vera e propria esistenza nel nostro mondo. Erano come semi nel becco di un uccello, in attesa di cadere a terra, o come le note di una canzone su uno spartito che bramavano l'arrivo di unostrumento che facesse vivere la loro musica. Giacevano inermi, sperando che si presentasse l'occasione di emergere. E una volta che qualcuno cominciava a leggerle, potevano mutare e, mettendo le radici nell'immaginazione, trasformare il lettore stesso. Le storie volevano essere lette, bisbigliava la madre di David. Ne avevano bisogno. Era il motivo per cui entravano con forza nel nostro mondo. Volevano che noi dessimo loro vita."


John Connolly, Il libro delle cose perdute



Chi non ha mai giocato a raccontare storie di fantasmi o dell'orrore con una lampada sotto una coperta? io si, eccome! forse ho avuto un'infanzia difficile...ma le storie sono state anche per me una grande compagnia (e per voi?)

mercoledì 5 novembre 2008

Dei segreti palpiti


Cosa sappiamo
dei segreti palpiti
del mare
del pane e le rose
che non volemmo
cogliere
dell'istante perso
del ritrovato ardore,
di Maya ed Edipo
che infestano il sonno
dello scivolare caldo
della polvere di parole
che fluisce nel vento
Cosa diremmo
a festa finita
a luci spente
volando nella notte
in mezzo ad alberi frondosi?
Ricorderemo i nomi
i luoghi
delle altalene
i visi, le corse
ancora una volta
come l'ultima
tra le palpebre...

In questi strani giorni di attese e speranze, di malinconia autunnale e voglia d'inverno (almeno per me che sogno la neve) è naturale porsi delle domande....chiaramente non mi aspetto risposte, diffido da chi ne ha subito pronte....ma altri palpiti, altre voci...

lunedì 3 novembre 2008

Già in rete da tempo ma sempre molto attuale


Discorso sulla Costituzione
di
Piero Calamandrei

http://groups.google.com/group/ANED-TORINO/web/pietro-calamandrei-in-difesa-della-scuola-pubblica?hl=it

"Dietro ogni articolo di questa Costituzione o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta. Quindi quando vi ho detto che questa è una Carta morta: no, non è una Carta morta.
Questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione."

domenica 2 novembre 2008

Sognare l'Irlanda


E andiamo avanti così....dal Blog di Grillo:
Licio Gelli: ''Se tornassero le Brigate Rosse ci sarebbero ancora piu' stragi: il terreno e' molto fertile perche' le BR potrebbero trovare molti fiancheggiatori a causa della poverta' che c'e' nel Paese''. E' un avviso ai naviganti? A P2, PDL, PDmenoelle e criminalità organizzata?Gelli ha ragione, il terreno è MOLTO fertile. Le cause sono due: l'economia che farà a pezzi il nostro Paese nel 2009 con milioni di nuovi disoccupati. L'impossibilità di controllare l'informazione rispetto agli anni di piombo. Allora si uccideva Pecorelli e si stava tranquilli per un decennio. Oggi si dovrebbe mettere la mordacchia alla Rete. Ci proveranno, ma forse è troppo tardi, forse è troppo difficile.

Ci si mette anche Licio Gelli, adesso esce allo scoperto su Odeon Tv perchè tanto il progetto P2 è quasi completamente realizzato grazie al nostro attuale governo, chi glielo faceva fare di restare nell'ombra? poi c'è il tempo schifoso, il giorno dei morti, l'insonnia....insomma non mi resta che sognare l'Irlanda, prati verdi e mare in tempesta, campi di pecore a perdifiato e nuvole, tante nuvole in cui perdersi per non pensare, non pensare..........