mercoledì 24 dicembre 2008

EMERGENZA CULTURA!


Si, certe notizie proprio non mi vanno giù...Ieri sia su L'Unità che su Repubblica (perlomeno sui quotidiani che di solito consulto) c'era il titolo "La bancarotta artistica e cultuale nell'era Bondi". Si dava la notizia, accompagnata dall'accorata lettera di Vincenzo Cerami, del colpo ad efetto predisposto dal nostro ministro dei beni culturali Sandro Bondi con la nomina, l'altro ieri, di Bruno Vespa come rappresentante dello Stato nel consiglio di amministrazione dell'Opera di Roma. Il presentatore e giornalista Vespa, ha preso il posto del dimissionario Ennio Morricone, grande compositore, accademico di Santa Cecilia, premio Oscar alla carriera nel 2006. Morricone si dimetteva in quanto, pur in seguito alla nomina nel CdA conferitagli dal precedente governo, non si riteneva abbastanza competente per ricoprire tale mansione....C'è da chiedersi se la nomina di Vespa risponda davvero a requisiti di competenza al livello organizzativo e anche culturale, direi, in quanto il giornalista, seppure appasionato melomane, non risulta certo più qualificato di un compositore come Morricone....Considerando che i tagli allo spettacolo predisposti dal governo di centro-destra ammontano al 40% (sulla base di supposti deficit del settore cultura, tutti da dimostrare) e che artisti come Fabrizio Arcuri, talento emergente del teatro italiano (e con lui tanti altri), si vedono cancellare fondi e spettacoli a stagione iniziata e con la prospettiva di azzerare le compagnie, direi che la situazione è molto grave. Capisco che non si tratta di tutelare la produzione di un bene "concretamente percepibile" ma il nostro benemerito paese dovrebbe vivere di cultura e di arte, o mi sbaglio?

Riporto l'accorato appello di Cerami:

(...)LA BANCAROTTA ARTISTICA E CULTURALE ITALINA E' FEROCE E INVASIVA: COLPISCE UOMINIE COSE, IMPOVERISCE LA NOSTRA IDENTITA', STORPIA LE BELLZZE CHE CI HANNO LASCIATO I NOSTRI ANTENATI. AUMENTERANNO I DISPOCCUPATI, SI SPEGNERANNO LE LUCI NEI LUOGHI E NELEL PIAZZE IN CUI L'ITALIA SI RACONTA, NEI TEMPLI IN CUI NOI TUTTI, GIOVANI E MENO GIOVANI, CI CONFRONTIAMO CON I GRANDI TEMI DELL'ARTE, COME LA VITA E LA MORTE, IL PRESENTE E IL PASSATO, L'AMORE E L'AMICIZIA, LA BELLEZZA. PER TUTTE QUESTE RAGIONI INSIEME CON LE CATEGORIE CHE HO INCONTRATO E I SINDACATI, STIAMO ORGANIZZANDO PER I PRIMI DI FEBBRAIO, UN GRANDE CONCERTO CONSACRATO ALL'EMERGENZA CULTURA (...)

VINCENZO CERAMI - L'UNITA' 23/12/2008


Informiamoci sul Concerto, cerchiamo di fare sentire la nostra voce e, alla faccia dell'ottimismo scellerato a tutti i costi, BUON NATALE!

giovedì 18 dicembre 2008

Cantico di Natale di C.Dickens

da Wikisource.org:


(...)Caldo e freddo non facevano effetto sulla persona di Scrooge. L'estate non gli dava calore, il rigido inverno non lo assiderava. Non c'era vento più aspro di lui, non c'era neve che cadesse più fitta, non c'era pioggia più inesorabile. Il cattivo tempo non sapeva da che parte pigliarlo. L'acquazzone, la neve, la grandine, il nevischio, per un sol verso si potevano vantare di essere da più di lui: più di una volta si spargevano con larghezza: Scrooge no, mai.
Nessuno lo fermava mai per via per dirgli con cera allegra: "Come si va, caro il mio Scrooge? a quando una vostra visita?" Né un poverello gli chiedeva la più piccola carità, né un bambino gli domandava che ore fossero, né uomo o donna, una volta sola in tutta la vita loro, si erano rivolti a lui per informarsi della tale o tal'altra strada. Perfino i cani dei ciechi davano a vedere di conoscerlo; scorgendolo di lontano subito si tiravano dietro il padrone in una corte o in un chiassuolo. Poi scodinzolavano un poco, come per dire: "Povero padrone mio, val meglio non aver occhi che avere un mal occhio!"
Ma che gliene premeva a Scrooge! Meglio anzi, ci provava gusto. Sgusciare lungo i sentieri affollati della vita, ammonendo la buona gente di tirarsi in là, era per Scrooge come per un goloso sgranocchiar pasticcini.
Una volta - il più bel giorno dell'anno, la vigilia di Natale - il vecchio Scrooge se ne stava a sedere tutto affaccendato nel suo banco. Il tempo era freddo, uggioso, tutto nebbia; e si sentiva la gente di fuori andar su e giù, traendo il fiato grosso, fregandosi forte le mani, battendo i piedi per terra per scaldarseli. Gli orologi del vicinato avevano battuto le tre, ma era già quasi notte, se pure il giorno c'era stato. Dalle finestre dei negozi vicini rosseggiavano i lumi come tante macchie sull'aria grigia e spessa. Entrava la nebbia per ogni fessura, per ogni buco di serratura; e così densa era di fuori che, ad onta dell'angustia del vicoletto, le case dirimpetto parevano fantasmi. Davvero, quella nuvola scura che scendeva e scendeva sopra ogni cosa faceva pensare che la Natura, stabilitasi lì accanto, avesse dato l'aire a una sua grande manifattura di birra (...)



Si tratta di una parte della prima strofa del celebre testo di Dickens, una lettura che consiglio a tutti, magari davanti al fuoco e con un pò di tempo da dedicarsi...e da dedicare a chi abbiamo vicino...

e BUON NATALE DI CUORE A TUTTI!!!!

Risvegli e diritti....


Nella triste vicenda che riguarda Eluana Englaro e la sua famiglia si è recentemente aggiunta l'ombra del ricatto e dell'intimidazione; in ordine cronologico è avvenuto tutto ciò:

- 16 luglio scorso riguardo la sospensione dell'alimentazione artificile Camera e Senato sollevano un conflitto di attribuzione nei riguardi della Cassazione che aveva stabilito l'autorizzazione a procedere all'interruzione;

- l'8 ottobre la Corte Costituzionale dà ragione alla Cassazione;

- il 16 dicembre quando il trasferiumento di Eluana sembra effettivo secondo un preciso protocollo di legge arriva il "messaggio" del ministro Sacconi.


«Abbiamo ricevuto da un Ministro della Repubblica intimidazioni che hanno cercato di colpire l’azienda nel suo interesse vitale, arrivando a minacciare la sospensione dell’attività in accreditamento con il Servizio sanitario nazionale»: lo ha detto in serata Claudio Riccobon, amministratore delegato della clinica "Città di Udine", che ha ribadito la disponibilità ad ospitare Eluana Englaro durante il protocollo di distacco dall’alimentazione forzata.


Riporto anche uno stralcio da La Stampa di oggi di Michele Ainis (articolo: "Eluana e i guardiani obbedienti") che analizza il provvedimento attuato da Sacconi mettendone in luce la profonda "anticostituzionalità":

(...)Insomma questo provvedimanto non vale nulla, è come una legge promulgata dal direttore delle Poste. E allora a cosa serve? Semplice: serve a intimidire gli ospedali, a ricattarli minacciando di tofliergli i quattrini, se non addirittura la licenza. E perché Sacconi, che è persona seria, ci ha messo in calce la sua firma? Ri-semplice: perché ha agito sotto dettatura. Non è il primo caso e non sarà purtroppo l'ultimo. E' appena successo per i fondi per le scuole private, dopo la protesta a squarciagola della Cei: 120 milioni spariti e subito riapparsi con un emendamento in Finanziaria.(...)


Allora mi chiedo: se la Cei riesce a dettare legge nel vero senso della parola, ormai, che difesa possiamo attuare per tutelare il diritto di scegliere per la propria esistenza, per l'autodeterminazione dei laici (ma direi di tutti, proprio di tutti)?

Inoltre, l'attualissimo caso della ragazza ventenne di Torino che ha dato cenni di risveglio da coma vegetativo dopo tre anni (e dopo un intervento eseguito nel 2007) forse, con tutte le dovute cautele apre spiragli alla speranza di pazienti in analoga condizione ma NON PUO' in nessun modo prestarsi a strumentalizzazioni politiche, sarebbe troppo...eppure credo che ciò avverrà se non sta già avvenendo....

Il filo sottilissimo e delicato che ci lega alla vita è troppo intimo, troppo personale e fragile nella sua forza per diventare questione diabttuta sul corpo e sul cuore altrui, ma in Italia avviene questo ed altro!


domenica 14 dicembre 2008

Lo stato della ricerca...e del laboratorio di Farmacia dell'Università di Catania


Da Repubblica.it del 7/12/08


di Alessandra Ziniti


"Storie del tutto simili a quella di Emanuele Patanè, il 29enne ricercatore che prima di morire per un tumore al polmone ha affidato al suo diario il drammatico racconto di quei suoi anni di lavoro in un ambiente killer e dell' ultimo stadio della sua malattia vissuta nell' assoluta indifferenza di quanti, vertici dell' Università e responsabili della Facoltà, ben sapevano non solo del mancato rispetto delle più elementari norme a tutela della salute ma anche della già lunga lista di vittime e di ammalati. Come dicono gli stessi magistrati negli atti dell' indagine che ha già portato al sequestro del laboratorio, e all' invio di otto avvisi di garanzia per disastro ambientale nel troncone d' inchiesta che presto verrà unificato con quello per omicidio colposo plurimo. «La cosa che colpisce moltissimo - osservano in Procura - è la giovane età di gran parte delle vittime: quasi tutti ragazzi tra i venti e i trent' anni». Che in quel laboratorio si specializzavano o affrontavano le loro esperienze di dottorato o di ricerca. Per il 19 dicembre è già stato fissato l' incidente probatorio per stabilire se le falde acquifere e il terreno circostante il laboratorio di Farmacia siano inquinati dai veleni che, come ha già accertato l' inchiesta, venivano smaltiti dai normali scarichi di lavabi e gabinetti. Poi sarà la volta della penosa quanto delicata sfilata dei testimoni, i familiari delle vittime, ma soprattutto gli ammalati, quelli che ancora lottano contro il male che li ha aggrediti in quelle stanze."



Nelle giornate di Telethon mi sembrava giusto ricordare quanto avvenuto in quel laboratorio...senza pensare a colpevoli (che spero vivamente vengano perseguiti con severità) ma soprattutto alle vittime. La ricerca, alla quale si tagliano fondi per destinarli alle operazioni finanziarie ed economiche del nostro governo (come il salvataggio Alitalia, operazione secondo me gestita in modo cieco e politicamente indegno) piange miseria sempre di più...Un paese che non investe nel sapere, come nelle Università pubbliche, come nel potenziamento dei fondi da destinare alle facoltà che si impegnano in progetti di utilità collettiva e scientifica, un paese che non attira studenti ma li espelle perché incapace di creare condizioni per una ricerca libera da condizionamenti di sorta, un paese così forse è già morto...

mercoledì 10 dicembre 2008

Psiche

Paolo Conte sa restituirmi un attimo di sogno...questa "Psiche" è straordinaria, sa conciliarsi bene con la sospensione di questi giorni tra neve e letture...

martedì 9 dicembre 2008

La fabbrica dei tedeschi

Ieri sera ho seguito la trasmissione "L'Infedele" di Gad Lerner, dedicata alla tragedia della ThyssenKrupp nei giorni dell'anniversario. E' stato un momento molto dolente, non sapevo se sentirmi più arrabbiata o triste soprattutto ascoltando le parole pesantissime dei parenti delle vittime e guardando i loro volti, quelli di tutte le vittime di questa tragedia, i vivi ed i morti. Ho sentito la moglie di un operaio deceduto ricordare che le questioni riguardanti il risarcimento derivante dal processo (di cui mi sembrava abbastanza inutile discutere) non restituiranno di certo i loro cari e che tutto l'oro del mondo è inutile, è vuoto e senza senso se mancano le persone care, se non si può progettare qualcosa, costruire, lasciarsi vivere. Ora, in quelle persone, i parenti delle vittime, ho visto la morte in terra, mancava la luce della vita e della speranza. Per questo sono stata male, soprattutto se penso alla logica crudele che regola il lavoro salariato (che esiste ancora) per le aziende, come la Thyssen, in sentore di dismissione: quello che non è conveniente si abbandona e con esso il lavoro degli uomini e donne che hanno dedicato la loro vita alla fabbrica. Si taglia, ci si trasferisce e per non perdere un centesimo e cosa si fa? lo si fa in corso d'opera, con gli operai che ancora lavorano e i cantieri in corso...una FOLLIA!(come ricordava molto bene un operaio ieri sera). Ma quando si finirà, quanto si dovrà morire ancora andando al lavoro? si riuscirà a cambiare questa logica, basteranno leggi come la 626 ed il nuovo recente D.Lgs 81/08(che ho pure studiato nei dettagli, dovrei essere persino un esperto, figuriamoci!) se mai venissero applicate come si deve a proteggerci dalla sete di profitto che non si arresta nemmeno di fronte alla morte?

domenica 7 dicembre 2008

La strada del dopo-Kyoto è una rivoluzione delle nostre menti di G. Chiesa


(...)Sarà sufficiente la cornice di tempo di qui a Copenhagen per costruire un accordo mondiale circa la necessità di una brusca inversione di tendenza nelle politiche globali sul cambiamento climatico?A me pare che siamo in bruttissime acque. Ricordo il pronunciamento finale dell’incontro del World Political Forum a Torino, lo scorso 28 maggio: «Il mondo è entrato in un periodo in cui la drammatica scala, complessità e rapidità del cambiamento causato dalle attività umane, minaccia i fragili sistemi ambientali ed ecologici da cui dipendiamo».Tuttavia i numerosi allarmi che sono stati lanciati dalla comunità scientifica internazionale nel corso di molti anni non hanno avuto successo sinora nel convincere i governi, né le élites politiche, né le società di capitali a prendere attivamente dei provvedimenti miranti a prevenire un impatto negativo sulla vita quotidiana di milioni di persone.Questi impatti sono stati identificati con grandissima certezza, sebbene non ci sia ancora una data, e nonostante la loro scala non sia di fatto prevedibile.Lasciate che ricordi un po’ la cattiva sorte delle prime previsioni del Club di Roma. Era molto tempo fa e i suoi allarmi non furono quasi notati, non ricevettero nessuna attenzione e, una volta notati, suscitarono diffuse derisioni, specie fra gli economisti.Era proprio l’inizio della globalizzazione e tutti soggiacevano ancora all’illusione della crescita indefinita (...)
Estratto del Testo dell’intervento al seminario organizzato da Green Cross International a Poznan (Polonia) il 2 Dicembre 2008 (“PROMUOVERE IL COINVOLGIMENTO DELLA COMUNITÀ DEGLI AFFARI NELL’AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO”)(traduzione di Pino Cabras)



Giulietto Chiesa in un estratto, dal sito http://www.ilribelle.com/, interessante sito di approfondimenti e di riflessioni sul quotidiano di Massimo Fini; pur non avendo le medesime idee politiche, ritengo Massimo Fini una persona intelligente e lo dimostra questo sito in cui offre voce alle posizioni più distanti e inconciliabili..Un tema come quello della necessità di difendere l'ambiente ora, mi sembra possa superare gli steccati ideologici !

venerdì 5 dicembre 2008

Alda Merini e la Legge Basaglia

Oggi ricorre l'anniversario della Legge Basaglia (Legge 180). La legge 180, voluta da Franco Basaglia, approvata in parlamento il 13 maggio 1978 decretava la chiusura dei manicomi (l'ultima struttura ha visto la fine nel 2002) ha posto l'Italia all'avanguardia della cura psichiatrica. La legge Basaglia è stata presa come punto di riferimento da una risoluzione dell'Europarlamento che chiedeva una profonda riforma della strategia europea sulla salute mentale.In questi trent'anni è cambiata l'Italia, sono cambiate soprattutto le sue inquietudini di pari passo con i cambiamenti sociali. Oggi in Italia si hanno realtà diverse a seconda dei diversi Dipartimenti di salute mentale a cui ci si rivolge nel momento del bisogno. Resta il problema degli investimenti, la drammaticità di un diritto alla cura che non è uguale per tutti.

"La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d' essere". (F. Basaglia)