mercoledì 7 gennaio 2009

Giorni di guerra


Parallizata e ammutolita per le immagini (spesso poco o per nulla riportate dai nostri media ma ritrovate sulla rete grazie all'opera straordinaria di giornalisti free-lance) del massacro israeliano nella striscia di Gaza, frutto di un conflitto molto più complesso di come possa descriverlo io in questo blog, mi soffermo un attimo su un film. E' un film che ho intenzione di andare presto a vedere al cinema, da poco uscito in Italia , il docu-cartoon "Valzer con Bashir" di Ari Folman. Pare che l'autore abbia partecipato, da soldato appena diciannovenne, alla prima guerra del Libano. Ed era a un passo dai campi di Sabra e Shatila, nei giorni in cui i cristiani falangisti - nell'indifferenza, o forse complicità, dello Stato maggiore di Gerusalemme - massacrarono tremila profughi palestinesi inermi, in maggioranza donne e bambini.

Le sue parole, dal sito di Repubblica.it di oggi, raccolte da Claudia Morgoglione, mi hanno colpita favorevolmente, segno che l'opinione pubblica israeliana non è tutta ottenebrata dall'odio come vogliono farci credere (anche qui in Italia, anche ad opera dei nostri "politici"): "Nulla di serio è stato fatto, da entrambe le parti, per evitare la guerra - dichiara - si è scelto la soluzione più facile: bombardare. Entrambe le parti sono come schermate, non vedono la sofferenza, non sentono pietà umana. Per i nostri governanti, insomma, la guerra è come una partita a scacchi, in cui come se nulla fosse si pianificano, che so, 500-1.000 morti. Io credo invece che sia di una atroce inutilità, che bisogna essere pazzi per farla. Faccio parte di quella minoranza che crede alla non violenza".

Non sarà il caso di dare voce alle minoranze in entrambi gli schieramenti che poi, forse, così minoranza non sono e non saranno, ahimè, soprattutto dopo questa sanguinosa guerra...? a meno che i fondamentalismi, sempre e comunque frutto del rancore, dell'ignoranza, delle strumentalizzazioni, continuino a vincere e a realizzare stragi e morte...

Un link per non dimenticare quei tanti bambini (insieme a tutti gli altri) travolti da questo assurdo conflitto:


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