martedì 30 settembre 2008

Riflessioni


Dal bellissimo libro di U.Galimberti "L'ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani"(2007) che vi consiglio vivamente, un pensiero riguardante le "nuove" generazioni, il rapporto con i genitori....il mondo in cui viviamo:

(...)Soli da piccoli, affidati alla televisione o alle prestazioni mercenarie dell'esercito delle baby-sitter, questi figli del benessere e della razionalità, crescono con un cuore dapprima tumultuoso che invoca attenzione emotiva, poi, quando questa attenzione non arriva, giocano d'anticipo la delusione eil cinismo per difendersi da una risposta d'amore che sospettano non arriverà mai. A questo punto il cuore, un tempo tumultuoso e invocante, si fa piatto, non reattivo, pronto a declinare ora nella depressione, ora nella noia (...).


Galimberti attribuisce questo spaesamento non solo ai ragazzi che vivono una evidente fragilità e che hanno problemi comportamentali ma soprattutto alla maggioranza degli adolescenti, quelli "normali", quelli che magari, da un giorno all'altro, compiono gesti inconsulti (suicidio, omicidio, bullismo) e che i media, a posteriori definiscono "bravi ragazzi, insospettabili". Che ne pensate...?

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Francesca,
sono felice di leggere il tuo blog. I tuoi spunti di riflessione sul narcisismo (Galimberti docet!) mi sembrano interessanti ed attuali. Il problema é che l'ospite di cui parla il libro é ormai divenuto un fatto antropologico che ha fatto scuola e costituisce modello per molti.Basti pensare che Berlusconi é stato votato dalla maggior parte degli italiani.

Franziska ha detto...

Vero, ma fermarsi alla constatazione della putroppo dilagante volgarità, quando non si tratta di narcisismo allo stato puro di cui dobbiamo ringraziare Berlusconi e soci credo che non porti da nessuna parte. Come suggewrisce Galimberti qualcosa possiamo farlo...nei nostri limiti, nell enostre possibilità possiamo dialogare, cercare sempre e comunque il confronto, porre dei dubbi, aprirsi...anche a chi non ci piace troppo...

Angolo ha detto...

Cari blogger, la mia riflessione dallo spunto del lacerto del libro di Galimberti, si riduce a questo: ogni tempo ha vissuto i suoi disagi, ogni epoca i suoi drammi, ogni secolo le sue ingiustizie. Sulla base di una chiara visione storica, forse questo è il tempo migliore in cui l'uomo abbia mai vissuto. Certo anch'esso ha i suoi difetti, limiti, pericoli. Come fare per mgliorare? secondo me, recuperando il senso profondo di valori quali il rispetto, l'onore, il dovere, il senso civico e sociale. Come dice Vassalli "l'italiano è un popolo socievole, ma non sociale." Dovremmo allora cercare di sentirci più fratelli e comprendere che il proprio benessere passa necessariamente attraverso il benessere di chi ci sta vicino.
So che il mondo potrebbe essere un paradiso e vedo che spesso è un inferno. Perché ciò accade? potrei brevemente ed insufficientemente dire per la pratica quotidiana dell'ignoranza attiva.

Franco Zaio ha detto...

Un pensiero di solidarietà ai genitori un minimo responsabili e consapevoli come me: AIUTO! Sono circondato da Vuoti a perdere. E parlo degli altri genitori. Ma NON TUTTI, una minoranza attiva, affaticata e un po' disperata c'è. Comunque, come diceva mia nonna: In pum al fa nent in peier (Un melo non fa una pera). Meditate gente :-)

Franziska ha detto...

Si, credo anch'io che la saggezza dei nonni vada sempre tenuta presente ma contemporaneamene credo che i tempi siano cambiati e che i ragazzi, sempre più privi di riferimenti, tendano ad rivolgersi sempre più al gruppo, se non al "branco", per una questione di identità. Però le famiglie (e la scuola, e le istituzioni se ci fossero...) possono come suggerisce Galimberti fare moltissimo...tipo: educare alle emozioni, all'umanità, alla "compassione"...come dire, una parola!!!(tenendo presente che anche i genitori sono umani e hanno i loro problemi, ovviamente)

Arimondi ha detto...

Ciao Franziska, concordo sul fatto che il libro di Galimberti è uno dei più interessanti di questi mesi, anche se nel frattempo dopo qualche rifelssone e lettura (tipo "La solitudine dei numeri primi") ho sviluppato una specie di cautela per le teoria troppo apocalittiche. Se continuiamo a osservarci l'ombelico e ragionare sulla crisi di tutti i valori (che pure c'è e lo vedo sulla pelle dei miei piccoli figli), i faccendieri ci fanno le scarpe. Loro non aspettano altro che il ripiegamento. Vivono di questo nella loro superficialità. Preferisco immaginare che ciò che vedo nelle strade in questi giorni stia a rappresentare una reazione viva e spero costruttiva.
Se hai voglia di leggere due righe che ho scritto su Galimberti, sono
qui http://arimondi.blogspot.com/2007/11/forse-loccidente-non-sparir-per.html

Franziska ha detto...

Ciao Arimondi
spero anch'io che i ragazzi delle scuole superiori e dell'università (di cui faccio ancora parte ma non in quanto ragazza...)rappresentino la ventata di speranza di cui abbiamo tutti bisogno..Creo però, e dalla lettura di Galimberti mi sembra di aver tratto ciò, che sia importante anche la critica rispetto a quanto la nostra società ha proprosto ma questi giovani e continua a proporre, senza catastrofismi...quelli li lasciamo a Studio aperto...