lunedì 19 gennaio 2009

La normalità...un fatto di disabilità


«Noi da un punto di vista antropologico siamo certamente disabili a vivere nel mondo e nella società in cui viviamo perché lo confermano medici, psicologi, il nostro corpo, la nostra psiche si è plasmata in un ambiente che è radicalmente diverso da quello in cui noi viviamo e l’evoluzione della società ha proceduto molto più rapidamente dell’evoluzione della specie».


Parole da questo meraviglioso libro "Nati due volte" di Giuseppe Pontiggia in cui l'autore rievoca la personale esperienza di padre di un bambino e poi ragazzo affetto da tetraparesi spastica. Ogni pagina è un condensato di sofferenza e di umanità, anche di ironia sulla condizione non solo di chi vive l'handicap in prima persona ma anche dei familiari coinvolti e irrimediabilmente cambiati da questa esperienza. La situazione di handicap, come ricorda Pontiggia, dovrebbe farci comprendere non solo che è possibile comprenderlo ma che attraverso di esso possiamo capire meglio, più in profondità noi stessi. Si potrebbe obiettare che certamente chi è colpito da una forma di "diversa abilità" (per dirla come chi ha pudore a parlare di handicap) desidererebbe forse arrivare alla conoscenza tramite vie diverse rispetto alle atroci sofferenze cui è sottoposto.....Allo stesso tempo, però, azzardo l'ipotesi per la quale, forse, conoscere e contattare chi vive direttamente una difficoltà come quella descritta nel libro di Pontiggia non possa fare altro che arricchire la nostra "normalità" di qualcosa di autenticamente umano, della possibilità di renderci conto dei nostri limiti, delle nostre enormi fragilità.

Di seguito la pagina con l'intervista allo stesso Pontiggia:

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