domenica 14 dicembre 2008

Lo stato della ricerca...e del laboratorio di Farmacia dell'Università di Catania


Da Repubblica.it del 7/12/08


di Alessandra Ziniti


"Storie del tutto simili a quella di Emanuele Patanè, il 29enne ricercatore che prima di morire per un tumore al polmone ha affidato al suo diario il drammatico racconto di quei suoi anni di lavoro in un ambiente killer e dell' ultimo stadio della sua malattia vissuta nell' assoluta indifferenza di quanti, vertici dell' Università e responsabili della Facoltà, ben sapevano non solo del mancato rispetto delle più elementari norme a tutela della salute ma anche della già lunga lista di vittime e di ammalati. Come dicono gli stessi magistrati negli atti dell' indagine che ha già portato al sequestro del laboratorio, e all' invio di otto avvisi di garanzia per disastro ambientale nel troncone d' inchiesta che presto verrà unificato con quello per omicidio colposo plurimo. «La cosa che colpisce moltissimo - osservano in Procura - è la giovane età di gran parte delle vittime: quasi tutti ragazzi tra i venti e i trent' anni». Che in quel laboratorio si specializzavano o affrontavano le loro esperienze di dottorato o di ricerca. Per il 19 dicembre è già stato fissato l' incidente probatorio per stabilire se le falde acquifere e il terreno circostante il laboratorio di Farmacia siano inquinati dai veleni che, come ha già accertato l' inchiesta, venivano smaltiti dai normali scarichi di lavabi e gabinetti. Poi sarà la volta della penosa quanto delicata sfilata dei testimoni, i familiari delle vittime, ma soprattutto gli ammalati, quelli che ancora lottano contro il male che li ha aggrediti in quelle stanze."



Nelle giornate di Telethon mi sembrava giusto ricordare quanto avvenuto in quel laboratorio...senza pensare a colpevoli (che spero vivamente vengano perseguiti con severità) ma soprattutto alle vittime. La ricerca, alla quale si tagliano fondi per destinarli alle operazioni finanziarie ed economiche del nostro governo (come il salvataggio Alitalia, operazione secondo me gestita in modo cieco e politicamente indegno) piange miseria sempre di più...Un paese che non investe nel sapere, come nelle Università pubbliche, come nel potenziamento dei fondi da destinare alle facoltà che si impegnano in progetti di utilità collettiva e scientifica, un paese che non attira studenti ma li espelle perché incapace di creare condizioni per una ricerca libera da condizionamenti di sorta, un paese così forse è già morto...

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